Il popolo, lo Stato, la Nazione

Il popolo è un gruppo umano che differisce da un altro popolo perchè avente proprie caratteristiche dipendenti dall'etnia, dunque la razza, la storia e dalla cultura, cioè quell'insieme di conoscenze, tradizioni, modi di vivere sopratutto riguardanti lingua, la religione e l'arte, che i popoli hanno costruito nel corso della loro storia e attraverso il quale manifestano la loro identità.
Tali differenze, da considerare indubbiamente un contributo al progresso umano, non implicano che un popolo sia superiore o inferiore ad un altro, per quando sia riuscito meglio a raggiungere un grado di civilizzazione superiore.
Ma può un popolo essere un gruppo coeso se non forma lo stato, ovvero l'espressione organizzata del popolo?
Pur fondando uno stato, un popolo per potersi dire veramente formato deve costituirsi in "Nazione", ossia uno Stato unito che rappresenti il popolo, quel gruppo umano differente da altri con propria Storia, Cultura ed Etnia.
La Storia è una delle base perchè è la memoria di un popolo, il ricordo del passato, la concezione del presente e la visione del futuro.
La Cultura altrettanto in quando nata dalla prima, dai luoghi e dalle vicissitudini di quel popolo.
Infine l'etnia che per quando possa essere più o meno omogenea esistono tratti che accomunano indelebilmente un gruppo di persone, un popolom che ne identificano la razza, la provenenzia, l'origine.
Il popolo è il sangue dell'insieme. Dunque lo Stato è il territorio. Arriviamo così a dire che la Nazione rappresenta tutto l'insieme, il sangue sommato al territorio. Quindi la Nazione deve coincidere con lo Stato e il Popolo, cioè non essere una mera entità geografica, non dare la possibilità a nuovi Metternich di metterne in dubbio l'esistenza.
Dopo questa serie di validissime affermazioni arriviamo a chiederci il motivo per cui l'immigrato straniero, dunque un individuo facente parte di un altro popolo, debba avere la cittadinanza non avendo il sangue per far parte di quel popolo poichè ha già il sangue di un altro popolo.
La risposta è non concedergli la cittadinanza tranne che in isolati ed estremi casi. E' giustissimo, nobilissimo e doveroso garantirgli i diritti da dare a una persona in quando tale e perchè è un suo diritto inappellabile. Non dovrebbe neanche essere scritto il mettere in dubbio tale diritto.
Risulti chiaro il motivo per cui è più che normale il volere dare cittadinanza per IURE SANGUINIS, da parte almeno di un genitore. Fare ciò non è negare un diritto, ma difendere il diritto di chi lo ha acquisito per nascita, perchè ne fa parte.
Se ci sono problemi è importantissimo che le versute menti del popolo ospitante facciano sì che si protegga la sacra ospitalità e che si aiutino gli ospitti dapprima concedendo una speciale tipo di cittadinanza limitata, una simile specie dello IUS MIGRANDI dei latini, poi sollecitando, trattando con la nazione d'origine dell'immigrato facendo presente di volere aiutare in favore dell'ospitato se si trova nel giusto, poichè spesso la ragione è una guerra civile.
Magari poi si potrebbe pure beneficiare d'ambo le parti di accordi di varia natura, specialmente gradendo quelli economici. Così agendo salvaguardiamo il popolo e l'iimigrato.
Naturalmente sia negata la violenza contro l'immigrato, sia protetto l'ospito. Questo modo riaffermerebbe la nazione, non escluderebbe dal paese i non facenti parte né distrugerebbe la coscienza nazionale, che sempre scompare quando un popolo perde la sua identità creata dai forti legami comuni.

Tratto da una "Raccolta della Nazione", una serie di scritti, manifesti dove si esprimono le mie idee e quelle del mio partito.

Qui ho espresso le mie idee efficacemente. Aspetto le risposte dell'ottima critica costuita da tutti quelli di FreeForumZone.Leonardo, sempre efficenti. E poi aspetto molto quella di Pius che aveva sollevato delle domande a riguardo.