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Il popularismo è una corrente ideologica che ha come fine la costituzione di un modello di società auto-regolato in una perfetta armonia tra le parti che lo compongono mediante la costituzione di una cooperazione sociale supervisionata da uno Stato forte, legittimato e fondato sul Diritto, che ha l’onere di condurre questo processo storico di evoluzione della società fino allo stadio ultimo di essa, ossia quella società dove lo Stato sarà solo garante di un sistema auto-regolato che vive in perfetta simbiosi senza nessuna limitazione alla libertà personale. Dunque l’arrivo alla società evoluta, civile e responsabile.

 
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Ideologia Popularista

Ultimo Aggiornamento: 12/03/2007 18:02
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1. Il popularismo è una corrente ideologica che ha come fine la costituzione di un modello di società auto-regolato in una perfetta armonia tra le parti che lo compongono mediante la costituzione di una cooperazione sociale supervisionata da uno Stato forte, legittimato e fondato sul Diritto, che ha l’onere di condurre questo processo storico di evoluzione della società fino allo stadio ultimo di essa, ossia quella società dove lo Stato sarà solo garante di un sistema auto-regolato che vive in perfetta simbiosi senza nessuna limitazione alla libertà personale. Dunque l’arrivo alla società evoluta, civile e responsabile.

2. L’onere e missione dello Stato Popularista è la società dell’armonia, responsabile, evoluta e civile in quanto fondata sul diritto.
Lo Stato Popularista si prefigge di dar via al processo della cooperazione sociale che porti alla società perfetta auto-regolata, mediante delle riforme che sospingano i vari corpi della società a contribuire, con il dialogo e l’elevamento della collettività ad entità superiore, alla evoluzione della società fino allo stadio ultimo, quello della società responsabile.
Questa missione è vista in una veste di Universalità dell’ideologia popularista, che non si limita alle nazioni in se, ma va oltre i reali confini di queste. E l’universalità della missione popularista non è altro vista che nella restauratio imperii, in quando questa visione in veste universale è figlia di quella di quel Impero Romano, cosmopolita e allo stesso tempo legato alle tradizioni.
E la restauratio imperii, necessaria per una ideologia che si proclama universale, è possibile grazie alla creazione di un Doppio-Sistema di Governo.


3. La restauratio imperii dello Stato Popularista è realizzata grazie al Doppio-Sistema di Governo, ossia uno stato sdoppiato nelle funzioni, formato da una serie di stati federati sottoposti all’autorità di uno stato centrale, che se permette da una parte di difendere autonomie e interessi locali, lascia intatta la composizione dello stato come unica solida entità. Lo stato è composto da un unico parlamento comunitario retto da una forte figura istituzionale nella figura del Capo della Stato, primus inter pares, e da una serie di parlamenti minori nazionali, relazionati alla popolazione dello stato stesso.
La divisioni dei poteri è tale da permettere sempre e comunque l’intervento dello stato centrale nelle questioni interne degli stati federati, pur lasciando ad essi un margine d’autonomia abbastanza ampio nelle questioni interne. In Italia sarebbe applicabile nella suddivisione dello stato nei sottostati di Padania, Italia, Sicilia, Sardegna, Alto Adige, ma questa sarebbe poi una questione da definire. Ogni sottostato federato sarebbe organizzato come un vero e proprio stato, con proprie prerogative, ma sarebbe soggetto all’arbitrio incondizionato dello stato centrale.
Lo stato centrale continuerebbe a mantenere le proprie strutture all’interno degli stati membri, naturalmente snelliti, con compiti di controllo rimanendo sempre e comunque un unico stato con quelli membri, pur garantendone forti autonomie amministrative.
Le suddivisioni dei poteri sarebbe in alcuni campi netta, come nel caso di politica estera ed esercito che rimarrebbero allo stato centrale, in altri sarebbe realizzato un potere decisionale congiunto, e in quelli strettamente amministrativi locale.
In ogni caso, l’idea del Doppio-Sistema andrebbe attualizzata nella forte figura istituzionale di un forte capo di Stato, il Primus inter pares.

4. Lo Stato Popularista è retto da una fortissima figura istituzionale: una Capo dello Stato, primus inter pares. L’ideologia popularista riconosce la libertà di tutti gli uomini, diritto inscindibile dell’uomo e del cittadino all’interno della collettività.
Lo Stato che è garante della cooperazione della società e del suo evolversi dunque deve essere necessariamente retto da una fortissima figura che funge da garante di tutto l’intero sistema.
E per questo che costui necessità del potere necessario a garantire la società, ma sempre visione legittimata e di diritto. Non una deleteria dittatura, non una soffocante monarchia, ma uno Stato forte, legittimato e fondato sul Diritto, dove il Capo dello Stato non è la piramide della struttura che domina il resto, ma il primo tra pari che di questa struttura costituisce un fulcro. Un cittadino primo tra cittadini e non un autocrate tra sudditi.
Questo capo dello Stato, protettore del progetto universale popularista, è pure detentore del compito di attuare la restauratio imperii. E’ dunque un Imperatore Latino, universale come universale è il messaggio popularista.
L’Imperatore, o in ogni caso il nostro Capo dello Stato, primo tra pari, è di conseguenza è la figura istituzionale che rappresenta l’universalità popularista e a cui fanno riferimento coloro che entrano nell’orbita di tale progetto riferito all’intera umanità.

5. Lo Stato Popularista è una Repubblica Meritocratica, che attribuisce maggior peso al merito, e ritiene che bisogna dar maggior peso a chi maggiormente contribuisce alla collettività, superando le distinzioni sociali classiste e andando oltre l’egocentrismo dell’individuo.
L’ideologia popularista dunque ritiene che l’individuo facendo coincidere interesse personale con interesse collettivo può riuscire a compiersi nella propria vita, realizzando a pieno la propria la libertà; ciò avviene per il semplice fatto che la collettività è considerato come una entità superiore, un mezzo utilissimo che possa portare il processo storico popularista fino al suo ultimo grado, in cui l’individuo pienamente responsabile, conscio dei propri diritti e consequenziali doveri, universale e rispettoso del proprio passato, possa vivere veramente libero senza nessuna imposizione.
La realizzazione della piena responsabilità, in cui sta nella visione popularista la vera libertà dell’individuo.
La collettività come entità superiore dunque è un mezzo sul quale l’individuo transita fino al pieno compiersi della società responsabile.

6. Il messaggio sociale del popularismo è quello della cooperazione, che va oltre quello liberale, quello socialista e quello corporativista.
Poiché la collettività è un entità superiore necessaria, ogni diversificazione e contrasto sociale è un inutile faziosità che impedisce un vero e salutevole sviluppo della società stessa.
Queste divisioni non vanno combattute, né vanno mantenute. Vanno livellate armonicamente in un sistema di equilibri, in cui ogni parte del sistema chiamato collettività collabora per l’unico fine prefissatosi: lo sviluppo e l’evoluzione.
Lo Stato, in quanto supervisione, deve vigilare su questo controllo affinché non avvenga in maniera violenta, ma accada in ogni caso seguendo il suo naturale decorso. Lo Stato deve sospingere, non forzare, per far sì che gli individui della stessa collettività prendono possesso del progetto mosciamente, ma come comune desiderio e non imposizione.
Dunque deploriamo le rivoluzione che si prefiggono di eliminare violentemente una parte della società, in quanto non è altro che l’eliminare una membro dell’organismo chiamato Collettività, che deve essere sempre armonicamente in equilibrio.
Modificato da Caio Logero 25/06/2007 15.13


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