Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.

IDEALE POPULARISTA
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Il popularismo è una corrente ideologica che ha come fine la costituzione di un modello di società auto-regolato in una perfetta armonia tra le parti che lo compongono mediante la costituzione di una cooperazione sociale supervisionata da uno Stato forte, legittimato e fondato sul Diritto, che ha l’onere di condurre questo processo storico di evoluzione della società fino allo stadio ultimo di essa, ossia quella società dove lo Stato sarà solo garante di un sistema auto-regolato che vive in perfetta simbiosi senza nessuna limitazione alla libertà personale. Dunque l’arrivo alla società evoluta, civile e responsabile.

 
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Quid agendum?

Ultimo Aggiornamento: 12/06/2007 16:04
27/05/2007 17:15
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Quid agendum?

Impercettibilmente veloce è forse la migliore definizione che possa descrivere ciò che sta vivendo le terre d’Europa in questo Nuovo Millennio. Questa terra che ha visto nascere nel suo grembo gloriose civiltà si riduce a fanalino di coda da luce e meraviglia del mondo.
Una Europa che non primeggia più, con saldi demografici in passivo attenuati soltanto da una continua immigrazione che sta cambiando i connotati del continente, vittima di un consumismo che da quel tanto idolatrato benessere non sta altro che consumando se stessa e di una classe politica inetta, imbelle e dalle poche vedute e ideali che governa su un popolo ormai addormentato, ugualmente ignavo nondimeno addomesticato dagli stessi idoli che si è andando creando nel tempo.
Se un tempo l’Occidente, tuttavia, nel suo grande benessere viveva sull’onda dello stato Liberale prima, dello stato Sociale dopo, dunque del comportamento moderato tipico di questa grande era Riformista, dapprima quella un po’ dei notabile della Belle Epoque, poi quella un po’ popolare del secondo dopoguerra, spezzata pure dai quei grandi quanti terribili intermezzi dei totalitarismi ideologici, adesso con l’esaurirsi della Social-Democrazia, questa Europa si trova svuotata d’ogni retroterra ideologico, da ogni idea, dominata da interessi individuali e pragmatismi molto relativi, e quindi si viene a trovare anche priva d’ogni vera prospettiva futura. E questo mondo, ricco ma inaridito, non può che muoversi con circospezione, cieco com’è verso un futuro che mai è sembrato così incerto come in questi giorni.
Eppure bisogna pure annotare con premura come la gente comune non avverta minimamente i grandi cambiamenti che stanno stravolgendo il loro mondo con una paurosa rapidità, intenta com’è ai suoi interessi quotidiani, consumistici e oltremodo materialisti, ignorando e tacciando di visionari i pochi Catoni che si affacciano in questa Storia, increduli Cassandre di un mondo che ormai non crede più ai miti.
E adesso che la social-democrazia è divenuta più un luogo comune che un determinato ideale si viene a trovare un pauroso vuoto ove per poco il cor non si spaura. Sono finiti gli anni di piombo, finiti gli anni vittoriani, finita l’epoca di De Gaulle e i sogni della Grandeur francese, finiti gli anni del Kaiser, Churcill, di Marx, di Lenin, Stalin, Hitler e Mussolini, gli anni dell’epoca giolittiana, dei manganelli e delle brigate rosse.
Cosa resta a questa povera Europa? Un sogno scarno e smagrito di una Unione, di quei tanto agognati Stati Uniti d’Europa, replica nemmeno troppa convinta dei cugini americani, con la quale si spera di risollevare quelle sorti che sembrano segnate in direzione di un lungo e inesorabile declino. Un sogno divenuto crocevia di antichi interessi nazionali, individuali, economici, di rado ideologici, che non riesce a trovare più al giorno d’oggi quella compattezza ideologica seppur sottile che aveva in altri tempi, quando cinque stati decisero di avviarlo.
Un sogno sporcato, indebolito, destabilizzato, che si è portato avanti soltanto con l’Euro e poco altro, cosa tra l’altro significativa di come in questa società dominata dal consumismo economico e dall’ossessione di produrre solo le cose economiche vengono portate avanti dai signori del denaro, mentre il resto rimane solamente un desiderio più impacciato che desiderato.
Chi realmente crede in questa Europa? Nemmeno le sue genti ci credono più, totalmente alienate e diseducate da un mondo di lusso che con facilità ha fatto sì che nulla interessi alla plebe, sempre, ma ora come non mai, dominata dalla logica del panem et circenses. Adesso che tutto sembra vuoto, nessuno crede più. Perché non si offre nient’altro, dunque meglio fare i propri interessi senza alcuna morale che restare delusi da una società, che dopo i grandi ottimismi per l’ingresso nell’epoca di pace e prosperità, sembra ancor più decadente e pessima di quanto gli stessi decadenti alla fine del secolo scorso potessero solo immaginare.
E mentre l’Europa si dibatte nei suoi mali, il resto del mondo avanza, dopo aver fatto suo il modello neo-occidentale, il modello della società industriale, il modello della produzione, il modello del consumismo, il modello del capitale come portare di benessere.
Ma mentre gli altri fanno loro i mali che divorano le terre europee, quest’ultime nell’indifferenza più totale, in un sopore profondo misto di rassegnazione e incredulità verso una fine, come gli abitanti di un altro e lontano Impero, continuano lentamente i loro incerti passi verso il baratro.
Quid agendum? La famosa domanda scende terribile ed imperterrita nuovamente a colpire le teste del mondo occidentale, come una crudele spada di Damocle decisa ormai a compiere la sua opera.
La speranza flebile è che il nostro mondo ritrovi qualche ideale in cui credere che risollevi le speranze, rialzi i capi delle genti ormai chine e faccia risorgere il sole su questa povera vecchietta piena d’acciacchi chiamata Europa.


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"Che cosa eri tu o Roma, intatta, se le tue rovine sono più grandi dell'intero mondo che ti è accanto?" Ildeberto di Lavardin
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* "Nella vita di noi Italiani ci sono tanti Maggi radiosi e troppi Inverni lunghi"
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quoto, è completamente vero.
Oramai l'europa è sul filo del rasoio, solo un idea nuova grande e innovativa può salvarla.
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Scritto da: -kapo- 10/06/2007 14.44
quoto, è completamente vero.
Oramai l'europa è sul filo del rasoio, solo un idea nuova grande e innovativa può salvarla.



la soluzione è la romanità e il popularismo


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