00 23/10/2006 08:32
1 Il regno dei borboni era lo stato più arretrato d'europa,in tutto e per tutto; il petrolio nel 1800 aveva un valore pari a zero dato che nessuno era in grado di farci nulla,e comunque è in quantità minime.Lo zolfo idem,e per la flotta perschereccia non è che sia stata abolita dagli italiani;le risorse dell'africa vorrei conoscerle,ricordati che parliamo del 1800 e che il nord africa era ancor più primitivo della sicilia.

2 i borboni non tassarono mai tanto perchè lasciarono in abbandono la sicilia e anche il sud per secoli,altro che l'italia...però nessuno fa notare che la vera colpa è la loro.

3 per le origini della mafia una cosa postatata da wikipedia:

Le origini
"Cosa nostra" nacque NEI PRIMI ANNI del XIX secolo dal ceto sociale dei massari, dei fattori e dei gabellotti che gestivano quotidianamente i terreni della nobiltà siciliana e i braccianti che vi lavoravano. Era gente violenta, che faceva da intermediario fra gli ultimi proprietari feudali e gli ultimi servi della gleba d'Europa: e per meglio esercitare il loro mestiere si circondavano di scagnozzi prezzolati. Questi gruppi divennero rapidamente permanenti assumendo il nome di sette, confraternite, cosche: il primo documento storico in cui viene nominata una cosca mafiosa è del 1837, dove il procuratore generale di Trapani, Pietro Calà Ulloa, riferisce ai suoi superiori a Napoli dell'attività di strane sette dedite ad imprese criminose che corrompevano anche impiegati pubblici. Nel 1863 Giuseppe Rizzotto scrive, con la collaborazione del maestro elementare Gaetano Mosca, 'I mafiusi de la Vicaria', un'opera teatrale dialettale ambientata nelle Grandi Prigioni del capoluogo siciliano. È a partire da questo dramma, che ebbe grande successo e venne tradotto in italiano, napoletano e meneghino, che il termine Mafia venne diffuso su tutto il territorio nazionale. Fin da allora la mafia si caratterizzava come una struttura al di fuori dello stato, ma strettamente legata ad esso.

Con l'Unità d'Italia nella Sicilia della seconda metà del XIX secolo si accelerò il processo, già iniziato in precedenza, di smantellamento della struttura feudale ancora esistente nelle zone rurali e nelle campagne. Questo avvenne quando l'economia siciliana fu integrata in quella del resto del paese. Il governo piemontese inoltre si sostituì alla struttura sociale siciliana, fino a quel momento rigidamente divisa, senza però riuscire ad instaurare con essa un rapporto positivo. Se a questo si somma la necessità dei grossi latifondisti dell'interno dell'isola di affidarsi all'aiuto di qualcuno che garantisse loro un controllo effettivo e totale sulle proprietà, e che se i possidenti non sentivano tale necessità, cosa nostra si prodigava nel rendergliela evidente, ecco che si spiega come mai la Mafia fu involontariamente favorita dal Risorgimento italiano.



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Emilio Lussu "Marcia su Roma e dintorni"