00 17/12/2006 15:32
Oh, vedo che hai postato...
Interessante il documento, però volevo fare un analisi più completa.

Indubbiamente, l'Italia del '40, in confronto al progresso delle altre nazioni, era rimasta indietro, ma è possibile parlare di un peggioramento?
Sinceramente, non potrei dire che vi sia stato un netto peggioramento.

L'Italia post-bellica aveva affrontato una crisi che avrebbe fatto presagire una crisi sociale così profonda da potere sfociare in una rivoluzione; il cambiamento ci fu, ma non così radicale, e si concretizzò nella prese del potere delle camicie nere di Benito Mussolini.

Partiamo per argomenti? Sì.

ESERCITO

La spesa pubblica non si concentrò nello sviluppo dell'esercito, come si potrebbe pensare da un paese espansionista come quello fascista. Gli investimenti in questo settori furono relativamente pochi, e quasi sempre connessi non tanto alla qualità, quanto alla qualità, e alle poche possibilità industriali italiane.
La fanteria Italiana, che sulla carta era comunque armata nella media, in fatto di riserve logistiche era inferiore. Le armi erano buone, ma la loro produzione nettamente inferiore. Nel campo delle ricerche il lavoro era stato fatto con una certa costanza, basti a pensare allo sviluppo della mitragliatrice FIAT, o del mitra leggero BREDA, superiore anche ai modelli tedeschi e alleati. Le granate italiane, erano anche mediocri, mentre era stato sviluppato non troppo bene, anche se partendo da una buona pensata (era ideale per la WWI), il mortaio leggero anti-carro.
Per quanto riguarda i veicoli usati nell'esercito, possiamo dire che la motorizzazione dell'esercito era stata vista come un ottima possibilità, ma sempre rimanendo legati alle effettive capacità industriale dell'Italia, rimase sempre indietro come progetto. Era previsto di creare ogni 3 divisioni, una motorizzata.
Come dicevo i veicoli, bisogna guardarli da due prospettive: i carrarmati, e i mezzi blindati; i primi erano nettamente inferiori a quelli degli altri paesi, per tutta una serie di motivazioni: erano stati concepiti per una guerra alpina, e rispondevano più ad una concezione di velocità che di potenza effettiva; non solo se i carrarmati usati in Etiopia erano accettabili, da allora non erano stati più fatti progressi, e veniva chiamati in Italia carri pesanti, quelli che in altri paesi venivano classifacati come medii, o anche leggeri; dopo i primi scontri in Africa, l'Italia si accorse di essere indietro, e fu avviata abbastanza velocemente la costruzione di un carrarmato moderno, che poteva ingaggiare abbastanza bene le forze inglesi, o anche alleate, ma il progetto fu ostacolato da due punti, il primo che la saldatura dei pezzi era ancora chiodata, e non con fusione; il secondo che la produzione non era sufficente; dunque l'italia ebbe questi carrarmati, che a causa della saldatura erano soltanto da potere classificare medi, ma anche prodotti in numero troppo limitato; per quanto riguarda i mezzi blindati, la FIAT e l'ALFA ROMEO produssero mezzi di alta qualità, superiori alle controparti tedesche o alleati, ma che sempre a causa del numero limitato confronti agli altri eserciti belligeranti, non potevano di certo essere decisivi nella lotta.
Infine, riguardo all'artiglieria, il progetto di convertire i 5.000 cannoni catturati agli austriaci nella Grande Guerra, fu avviato soltanto nel '39, dunque essa rimase soltanto nella media, quanto con maggiore accortezza poteva essere un puntello dell'esercito italiano; come qualità, i cannoni italiani, erano sempre classificati medi.

AREONAUTICA

Qui la situazione è abbastanza contrastante e contradittoria; infatti se l'areonautica italiana solo nel '35 era una delle migliori a livello mondiale, nel '40, solo dopo cinque anni, la tanto vantata Regia Areonautica Italiana, era inferiore per mezzi alle controparti in guerra; ma ciò non era legato alla mancanza di finanziamenti, in quanto gli investimenti statali nel settore era anche superiori in proporzione a quelli dati dagli altri paesi, ma piuttosto da un numero di mezzi e dal ritardo con cui gli scenziati lavoravano; ridicolarmente è lecito pensare che proprio la troppa attenzione e protezione statale verso quest'arma era stata la causa che aveva reso il sistema di ricerca assolutamente inefficace; infatti tutti i modelli italiani, che nel '35 erano i migliori, quelli da guerra usati nel da '40 risultavano soltanto essere delle copie dei modelli inglesi e americani, con un ritardo quantificabile in un anno, nello sviluppo delle tecnologie aeree italiane; il numero degli aerei era sempre legato ad una costante nel sistema italiano, legato alla bassa produttività del sistema industriale; dunque non tanto per la qualità dei piloti, che erano i più abili tra i belligeranti, quanto per la mancanza di mezzi adeguati, a creare una deficenza nelle Regia Areonautica.
Inoltre, deleteria fu la costituzione di un unico comando centrale per quest'arma, che fatto inizialmente per rendere più efficace le sue mosse, si dimostrò essere un altro elemento fortemente litimativo dell'aviazione, sopratutto nella sua collaborazione con la flotta.

MARINA

La flotta italiana era indiscutibilmente una delle più forti a livello mondiale, se non erro la quarta per tonnellaggio; i suoi numeri erano tali da mettere in dubbio la supremazia alleate nel mediterraneo, che nella carta doveva essere dominato dalle forze italiane; la ricerca fascista nel settore era massiccia, ma la tattica su cui si basava era relativamente indietro confronto a quelle avversarie, che stavano facendo i primi passi verso la collaborazione flotta-aviazione; le navi della classe LITTORIO era indiscutibilmente uno dei migliori tipi di corazzate esistenti all'epoca, con nulla da invidiare alla stessa Bismarck; i cannoni che potevano supportare avevano una gittata superiore a tutte le navi dell'epoca, e una devastante potenza; forse questa stessa gittata fu un fattore limitativo, in quanto i comandanti italiani se ne avvalevano maldestramento, con un cannoneggiamento distanziato, anzi di avvicinarsi come gli inglesi, che preferivano sparare da vicino, ma con un mira e potenza superiore; sicuramente se i comandanti italiani avessero sparato da ravvicinato, la potenza dei cannoni di navi come quelli della classe Littorio sarebbero stato decisivi negli scontri.
Lo sviluppo dei sottomarini fu anche abbastanza sostenuto, ma c'è da dire, che sulle esperienze fatte nel primo conflitto, si era preferito svilupparne i modelli più leggeri e veloci, dello stile MAS, che si dimostrarono essere parecchio efficace nell'assalto delle forze avversarie.
Concludendo per la Marina, il fattore limitativo che più danneggio la supremazia italiana nel mare mediterraneo fu di fattore strategico, ussia il mancato utilizzo del RADAR, che fu istallato troppo tardi, e con una versione assolutamente superata, soltanto in alcuni mezzi della flotta; e anche la mancata collaborazione tra flotta e aviazione, in quanto quest'ultima dipendeva troppo dal comando unico centrale istituito dal governo.

p.s.: poi aggiungo economia, sistema industriale e politico.


RES PVBLICA SPQR REPUBBLICA ROMANA


Principe del Senato di SPQR

_________________________________________________


Mod di Unione Europea - Membro dello Staff
_________________________________________________




----------------------------------------
"Io sono Cesare, non re"
"Alea jacta est!" C.G.Cesare
----------------------------------------
"Cacciate dunque, occhi greci, la passione dell'occidente che aspetta... I santi monaci di Dio non inizieranno un giorno che Dio conosce bene... a incoronare di nuovo il re romano, ed ad attaccare un croce sul suo petto?"
I Bizantini
---------------------------------------
"Che cosa eri tu o Roma, intatta, se le tue rovine sono più grandi dell'intero mondo che ti è accanto?" Ildeberto di Lavardin
----------------------------------------
* "Nella vita di noi Italiani ci sono tanti Maggi radiosi e troppi Inverni lunghi"
* "La plebe Italiana è mutevole come il mare"
* "Non esistono vittorie totali, solo sconfitte incondizionate"
Caio Logero
----------------------------------------