00 14/03/2007 20:12
Dico: una questione che va oltre le questioni morali

Uno dei tanti drammi che ha afflitto e affligge il Governo Prodi tanto da minarne la stabilità è senza dubbio rappresentato da quelli che sono chiamati i cosiddetti DICO.
I Dico tanto ben voluti dalle sinistre radicale sono in pratica dei provvedimenti che mirano a riconoscere i diritti alle coppie di fatto e alle coppie omosessuali.
E su questo argomento si scontrano senza pietà tutte le varie fazioni della politica italiana che a dir la verità sono tante e ne danno tutte una interpretazione diversa, anche se infine la questione si riduce meramente ad un pro o contro al riconoscimento di tali coppie.
Ed interviene la Chiesa, intervengono i cattolici, intervengono gli anti-clericali, intervengono politici d’ogni genere trasportando la questione in mille campi che vanno dalla moralità, fede e ideologia.
Ma analizzare queste idee da questi punti di vista non giova evidentemente a nessuno se ancor oggi si stenta a trovare un punto d’intesa, tanto feroci sono le prese di posizioni e tanto profonde le trincee che dividono i belligeranti.
Un argomento tale è talmente delicato da scatenare ogni risorsa di questo nostro paese e scatenare guerre fratricide che possono portare anche a rischiare di fare cadere un governo. E’ per sfortuna questa non è un ipotesi irrealizzabile.
Uno dei primi problemi è che si analizza questa questione da un punto di vista delle fede che purtroppo risulta troppo fuori luogo in una questione del genere, in quanto è più che giusto che la Chiesi pensi alle sue pecore i chiesa piuttosto che esporre i suoi chierici nelle faccende temporali di questo monto.
Il problema dunque che si pone, quella della convivenza e dei matrimoni omosessuali dovrebbe essere portato via dagli artigli velenosi delle ideologie e dei credi personali, perché ne inquinano ogni analisi, e sottoposto alla migliore luce della ragione e del diritto.
Perché sol analizzandolo in tal modo è possibile arrivare a comprendere meglio il fenomeno e dunque arrivare meglio ad un punto di intesa accettabile per tutti. Bisogna dunque partire dal osservare meglio il ruolo che il matrimonio civile ha all’interno di uno Stato, che è quello di dar vita ad una famiglia, la quale come ben dice il nostro testo costituzione è il fondamento della società, poiché ha un compito basilare ossia quello di garantire la procreazione della società. Che è un aspetto che va oltre il mero rapporto coniugale, altrimenti non avrebbe neppure senso il doversi sposare. Dunque un qualcosa che va bene il solo aspetto sessuale.
Lo Stato garantisce dei diritti e doveri dunque alla famiglia come ad un nucleo e unico organismo, e dunque dal punto di vista del diritto dunque è la famiglia a possedere dei diritti e doveri e non individualmente chi ne è all'interno. E di conseguenza ne usufruiscono chi la compone.
Vedendo in tal modo il vero e unico compito della famiglia la ragione per cui si debba riconoscere come matrimonio qualcosa che matrimonio non è certamente, oppure riconoscere diritti e doveri ad una coppia che elude tale compito, non possedendo di seguito i relativi diritti che da questo sono nati, diventa una tale assurdità da poterci far ben dire che è assolutamente inaccettabile oltre che inconcepibile la creazione delle famiglie composte da omosessuali.
Tuttavia sarebbe giusto riconoscere dei diritti economici alle coppie omosessuali, in quanto è nel loro diritto chiederlo, ma non in veste di diritti alla coppia, ma come dei diritti individuali che legano con dei rapporti personali riconosciuti giuridicamente. Non ha senso creare una specie di famiglia di secondo livello, in quanto non sarebbe comunque una “famiglia”.
Ma naturalmente i DICO non riguardano gli omosessuali, anzi, riguardano anche le cosiddette famiglie di fatto, ossia quelle coppie di conviventi che rifiutando il matrimonio civile chiedono un qualcosa di molto simile.
L’analisi in questo fa andrebbe fatto allo stesso medesimo modo di come quella fatta alle coppie omosessuali, ossia sotto la luce imparziale della ragione e del diritto.
In questo la risoluzione è molto più dura, perché ritengo che mentre i diritti chiesti dalle coppie omosessuali erano in fin dei conti pure comprensibile, seppur ingiustificati, quelli chiesti dai conviventi rappresentano una grossa assurdità: se tu sfuggi alla istituzione matrimonio e poi vuoi una legge che in pratica ti riconosce un unione civile che è di fatti uno pseudo-matrimonio non hai ottenuto praticamente un matrimonio però senza doveri? La richiesta dunque di questi conviventi è incettabile sotto molti punti di vista, poiché sono un ottimo modo per esimersi dai doveri che un matrimonio civile, pur arrogandosene i diritti. Aver la pancia piena, senza aver pagato l’Oste. Forse qualcuno potrà essere contrario con quanto detto, ma è giusto esprimere le proprie opinioni, idee, critiche e farne dibattito.


RES PVBLICA SPQR REPUBBLICA ROMANA


Principe del Senato di SPQR

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